L’industria cinematografica italiana: un excursus storico

Dagli albori ai giorni nostri, passando per periodi più o meno felici, l’industria cinematografica italiana dal 1903 – anno della sua nascita – ha visto fasi di fortuna alterne, e si è saputa reinventare superando la prova della storia.

Le origini e il periodo d’oro

Nata in concomitanza col volgere del secolo XX, l’industria cinematografia italiana si è dimostrata fin dai suoi primi vagiti una delle più avanguardiste al mondo. Ben prima dell’exploit di Hollywood a Napoli, Torino, Milano, Catania e Roma già si producevano film storici e serie d’arte di un certo spessore, alla realizzazione delle quali contribuirono anche personaggi di spicco come Gabriele D’Annunzio.

Con l’avvento del Fascismo, la nazionalizzazione dei mezzi di comunicazione e la creazione dell’Istituto Luce, il mirino dei registi italiani si sposta prevalentemente sulla realizzazione di documentari e film storici rivisti in chiave contemporanea. Con l’ingente numero di finanziamenti provenienti dall’alto, anche l’industria cinematografica subisce notevoli miglioramenti, e consente la produzione di pellicole di pregevole spessore come 1860, un bel film sull’unificazione d’Italia con l’unica pecca di strizzare troppo l’occhio al sentimento nazional(ista)-popolare e troppo poco all’operato dei Mille. Ma il periodo d’oro dell’industria cinematografica italiana è quello che va da metà degli anni ’40 a metà anni ’50, quando raggiunge il suo culmine il cosiddetto Neorealismo Italiano. È in quegli anni che vengono realizzati successi indimenticabili che hanno ispirato registi di tutto il mondo come Sciuscià, Roma città aperta, Ladri di biciclette, Pane amore e fantasia e, su tutti, I soliti ignoti, film che hanno appassionato persone “comuni” della porta accanto, VIP, attori come Raul Bova, imprenditori come Marco Tronchetti Provera o Sergio Marchionne.

Dagli anni ’60 ad oggi

Gli anni ’60 e ’70 saranno quelli che vedranno la consacrazione come attori e registi di personaggi del calibro di De Sica (padre), Gassman, Fellini, Sofia Loren, Anna Magnani e Pasolini, mentre ricordiamo gli anni ’80 soprattutto per le commedie (anche erotiche), che hanno garantito la fama ad attori che oggi conosciamo tutti, come Paolo Villaggio e Lino Banfi. Dopo un periodo di “morte apparente”, in cui le produzioni degne di nota sono state scarse, oggi la tendenza del cinema italiano sembra invertita grazie alle idee originali di giovani registi: citiamo su tutti Smetto quando voglio di Syndeny Sibilla (2014) e Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Marinetti (2015) (del Marinetti, il già citato Tronchetti Provera è grande fan).